25 minuti dal Trullo della Pace
Ostuni ha origine messapica, come ci ricordano sia Plinio che Tolomeo, i quali la indicavano come Stulnium.
Conquistata nel 1071 dai Normanni, divenne feudo dei conti di Lecce, dei principi di Taranto e dei duchi di Bari.
Edificata su tre colli, la città offre un panorama di eccezionale bellezza per le case terrazzate fra i vicoli strettissimi imbiancati di calce che si ispirano alla tradizione orientale.
Altra caratteristica sono le torri, di cui è costellato il litorale, come quelle di Villanova, Pozzella e Pilone, volute dalla principessa Bona Sforza e costruite nel 1539. La città era dominata da un antico castello, di cui si conservano ancora i resti, che fu demolito nel 1559.
Da sapere:
La parte vecchia della città è deliziosa con le sue piazzette e gli stretti vicoli.
La movida estiva è ricca di appuntamenti tra street-aperitif , night dinner o eventi quotidiani nella centralissima Piazza Oronzo. Consigliamo di iniziare la visita alla città prima del tramonto partendo dalla parte alta e di deviare nei tanti vicoli dai quali talvolta potrete vedere il mare.
Da visitare:
La Cattedrale
La Cattedrale è il simbolo più conosciuto di Ostuni.
Costruita tra il 1435 e il 1495, in stile tardo Gotico, ha una facciata tripartitica divisa da due lesene. Sul portale centrale si trova un magnifico rosone con 24 raggi finemente lavorati. L’interno dellla chiesa è del XVIII secolo, con cappelle laterali di stile barocco.
Da notare che l’abside è leggermente spostato a sinistra rispetto alla navata centrale ma non per errore, ma per un atto di devozione a Gesù che, morendo in croce, volse il capo proprio alla sua sinistra.
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Indirizzo: Largo Arcidiacono Trinchera (ex Piazzetta Cattedrale) – Ostuni (BR)
Orari di apertura: Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.
Il Palazzo Vescovile
Nella piazza, ai due lati della Cattedrale, si trovano il palazzo Vescovile e il palazzo del Seminario uniti da elegante loggia ad arco (1759) sul cui fastigio è poggiato un putto alato (originariamente erano due). Nel palazzo Vescovile giacciono i resti del castello costruito nel 1148 e demolito nel 1559.
Mura difensive
Costruite in epoca aragonese (fine XV – inizio XVI secolo), queste mura cingono tutta la Città Vecchia.
Ad oggi possiamo ancora ammirare otto degli antichi torrioni e due delle quattro porte originarie: la Porta di San Demetrio, da cui partiva la strada per Brindisi, e la Porta Nova, da cui partiva la via per il mare.
Da ricordare che il termine Ostuni deriva da “Astu – neon”, che significa “nuova cittadella fortificata”.
- Indirizzo: Viale Oronzo Quaranta
- Note: Il lungo viale adiacente le mura dall’inizio del XX secolo ospita il bellissimo Belvedere, chiamato dagli ostunesi “lu stradone”, dove è possibile passeggiare e ammirare il meraviglioso panorama, che comprende il mare e tutte le città e terre circostanti. Lungo 750 metri, è uno dei motivi per cui vale la pena visitare Ostuni!
Il Palazzo Municipale
Antico convento francescano costruito nel 1304. Nell’anno 1739 vennero ridisegnati due ali dell’attuale chiostro e buona parte del complesso francescano. Successivamente, nel 1864, il convento fu ampliato e trasformato in residenza municipale con il rifacimento dell’attuale facciata del palazzo in stile neoclassico.
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Indirizzo: Piazza della Libertà 1 – Ostuni (BR)
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Note: Durante la stagione estiva, il chiostro al pianterreno ospita molte manifestazioni culturali, come la mostra nazionale di cortometraggi “Salento Finibus Terrae” (www.salentofinibusterrae.com) e numerosissimi eventi enogastronomici.
Museo della Civiltà Preclassica della Murgia Meridionale
Sito nel vecchio monastero carmelitano delle “Monacelle”, nei pressi della chiesa di San Vito Martire, è un museo archeologico, dove è possibile esaminare resti preistorici di tutti i tipi, tra manufatti e tombe. Il più celebre reperto è costituito dalla Donna di Ostuni, Dalia: si tratta dei resti di una giovane donna vissuta 25000 anni fa. La particolarità risiede nel fatto che morì durante la gravidanza e ancora oggi è possibile riconoscere il feto.
- Indirizzo: Via Cattedrale 15 – Ostuni (BR)
- Telefono: (+39) 0831 307510
- Orari di apertura: Da martedì a domenica, 10-13. Apertura pomeridiana festiva 16-19.
- Prezzo: 5 euro. Riduzione per studenti universitari, gruppi e over 65: 3 euro.
- Note: Durante il periodo estivo l’apertura pomeridiana e serale è estesa ai giorni feriali, dalle 18 alle 23. In inverno, su prenotazione, il Museo organizza visite guidate al Parco Archeologico e Naturale di Santa Maria d’Agnano (dove, tra l’altro, sono stati ritrovati i resti di “Delia”) e ai santuari di Sant’Oronzo e San Biagio.
- Sito Web
La colonna di Sant’Oronzo
Situata nell’omonima piazzetta vicino al centro storico questa guglia è uno dei migliori esempi del barocco pugliese. Fu costruita nel 1771 su disegno del maestro locale Giuseppe Greco. Alta circa 20 metri con il Santo che padroneggia come a santificare la città.
La Chiesa dello Spirito Santo
La chiesa dello Spirito Santo fu costruita nel 1637 per volere del vescovo Melingi. Sul piano architettonico l’edificio è ad un’unica navata con volta in pietra e lunettata. La facciata è liscia ed è mossa solo nel frontone spezzato con al centro lo stemma del vescovo artefice della costruzione. Il portale colpisce per le sue dimensioni e gli elementi ornamentali. La sua origine è molto più antica della chiesa di Santo Spirito (1450) ed originariamente situato sul frontespizio della medievale chiesa di Ognissanti situata in piazza del Moro (l’attuale piazza Sansone).
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Indirizzo: Piazza della Libertà – Ostuni (BR)
Note: Merita di essere visitata soprattutto per gli affreschi
Un sito per ulteriori info:
Arteturismo Puglia
CURIOSITA’: LA LEGGENDA DELLE TRE FAVE
Tre fave sotto il cuscino per indagare la sorte del proprio benessere coniugale. Succederà a Ostuni nella notte di san Giovanni, tempo di riti mediterranei. Per il solstizio d’estate le donne della “città bianca” di Puglia raccolgono noci dal mallo verde e ne fanno filtri e liquori. Poi sotto il guanciale nascondono tre fave: una dal guscio intero, l’altra aperta per metà, la terza completamente sbucciata. Alle fave si pone un semplice quesito: quanto sarà ricco l’uomo a cui andrò in sposa? Il pronostico è racchiuso nella fava su cui, al risveglio, si poseranno le mani: quella intera è presagio di ricchezza